Verdetto (solo) rimandato
I biancazzurri inguaiano ancora di più la Reggiana, ma sperare per il Delfino è pura utopia
Il verdetto è rimandato. Semplicemente rimandato. Sarebbe errato farsi illusioni. La vittoria sulla Reggiana, firmata Capone (in gol dopo 16 mesi!), inguaia ancor di più i granata ma per i biancazzurri ha il solo effetto di evitare di andare totalmente alla deriva con troppo anticipo. Ma non di rimetterli davvero in gioco, perchè con sole 2 partite ancora da giocare servirebbero troppi incastri miracolosi per poter pensare a un qualcosa di assolutamente clamoroso. Ad oggi, infatti, con Pordenone e Ascoli a quota 41, non si disputerebbero nemmeno i playout: il Cosenza è staccato di 6 punti, la Reggiana di 7 e il Pescara di 9. Con due vittorie (ipotesi assai remota, non solo perchè i biancazzurri in stagione non ne hanno mai centrate 2 di fila ma anche per lo spessore degli avversari che aspettano Fiorillo e soci) si potrebbero magari scavalcare Cosenza e/o Reggiana (cosa che gioverebbe sia per l'entità del paracadute, che è modulato anche in base al piazzamento, e per ipotetica classifica di eventuale ripescaggio in caso di problemi di altri club), ma difficilmente 6 punti ridurrebbero il gap in modo tale da consentire al Delfino di poter partecipare al doppio spareggio.
“E' finita si dice solo alla fine”: parafrasando Rocky Balboa, alcuni (pochissimi, in realtà) tifosi biancazzurri sono tornati a pensare a quello che appare impossibile. La vittoria con la Reggiana però non va enfatizzata e lascia abbastanza le cose come le ha trovate. Fa aumentare i rimpianti di quel che poteva essere e non è stato, ma non cambia ciò che sarà. Quasi certamente, perchè c'è ancora la matematica. D'altro canto anche Grassadonia, l'ultimo ad arrendersi, ha parlato (giustamente) di rimpianti e non di speranze. L'aritmetica non ha ancora espresso il suo inappellabile verdetto, ma .embed-comment-icon { display:inline-block; width:20px; height:20px; background-color:transparent; background-repeat:no-repeat; background-size:20px; background-position:center; transition:background .1s ease-in; position:relative; top:5px; background-image:url("data:image/svg+xml;charset=utf8,%3Csvg%20xmlns%3D%27http%3A%2F%2Fwww.w3.org%2F2000%2Fsvg%27%20viewBox%3D%270%200%2020%2020%27%3E%3Cpath%20d%3D%27M5%202h9q.82%200%201.41.59T16%204v7q0%20.82-.59%201.41T14%2013h-2l-5%205v-5H5q-.82%200-1.41-.59T3%2011V4q0-.82.59-1.41T5%202z%27%20fill%3D%27%2382878c%27%2F%3E%3C%2Fsvg%3E") } @media screen and (min-width: 481px) { .slyvi-news-embed-wrapper img { max-width: 250px; } } è ormai solo ed esclusivamente un esercizio di fede. Di cieca fede.
Mirko Valdifiori è stato abbastanza chiaro: “Abbiamo sbagliato la gara di Cosenza, ma abbiamo ancora l'1% di possibilità e ce lo vogliamo giocare fino all'ultimo, pur consapevoli della situazione. Le parole contano poco, contano i fatti: cerchiamo di salvare quest’annata fino all’ultimo secondo disponibile. Se le cose non sono andate nel verso giusto è perchè non abbiamo fatto quello che potevamo. Dobbiamo chiudere con dignità e orgoglio, dando tutto fino all'ultimo, perchè questa piazza e questi tifosi non meritano nulla di diverso". Parole giuste, ma, come ha sostenuto lo stesso centrocampista, contano solo i fatti. E i fatti dicono che il Pescara non merita di salvarsi. La gara con la Reggiana è una parentesi, con l'atteggiamento granata incredibilmente simile, per taluni versi, a quello biancazzurro a Cosenza: sfida da ultima spiaggia da interpretare al massimo, gol (stavolta uno solo) incassato subito, reazione flebile e ko pesantissimo.
E' sembrato più un anticipo di C, quello di ieri (anche se le due squadre saranno in gironi diversi), piuttosto che un match di B: è questa la verità. Amara, amarissima ma difficilmente (purtroppo) confutabile
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